Buongiorno a tutti, oggi vi mostro la mia collana per il contest “mitologico”.
Ve ne ho tanto parlato sui social e voglio ringraziare tutti voi che mi siete stati vicini nei mesi in cui “perlinavo come una matta”, non solo per quel che riguarda le perline, ma per tutto il resto.
La collana è nata in un lungo inverno passato in montagna, inverno caratterizzato da freddo intenso, mega nevicate e “semi-lockdown” (non so come chiamare lo strano sistema che stiamo vivendo).
Ovviamente la mia collana non poteva che esser ispirato alla mitologia nordica, in particolare alla Fatina dei boschi.
Mi sono ispirata a questa leggenda letta online:
Le Fate dei boschi, dette anche Driadi, hanno grandi occhi luminosi e indossano abiti fatti di foglie o di muschi. Sono intessuti con un magico filo il cui colore è simile a quello delle foglie o dei tronchi e grazie a questo riescono a mimetizzarsi e finiscono così per esser invisibili all’occhio umano.
Durante il giorno le Fate dei boschi passano di fiore in fiore, i preferiti sono i mughetti per il loro profumo. Le Fate dei boschi usano danzare in cerchio, all’ombra dei grandi pini, in compagnia di elfi e folletti vari. Quando sono stanche riposano su grandi altalene fatte di rami e fiori o sopra grandi funghi.
Ovviamente ho trasformato tutto con le perline
La mia fatina è una Fatina “primaverile”, vestita con un bel vestino verde in macramè e tulle e circondata di fiori in tessitura.
Per realizzare i fiori ho fatto tantissime prove e alla fine mi sono dilettata a fare i mughetti, le primule, le campanelle e le “pratoline”, ossia le margeritine piccole piccole che nascono in questo periodo.
Ovviamente non potevo lasciare una fatina del bosco senza i frutti di bosco per eccellenza, ossia le fragoline, i ribes e i lamponi… non sono riuscita a fare la mora, ma prima o poi farò anche quella.
Come potete notare la collana è divisa in tre parti
La parte alta è stata realizzata quasi interamente in tessitura di perline usando diverse tecniche: dal brick stitch al peyote circolare, dalle russian leaf all’herringbone.
La chiusura invece è stata realizzata con la seta shibori e ovviamente ho fatto una farfalla, le adoro, credo lo saprete tutti.
Come scritto nella leggenda, la fatina (interamente fatta in embroidery) dondola grazie ai due cordoni che ricordano i rametti di pino, realizzati con la tecnica della St.Petersburg Chain.
Insomma… vi ho parlato di tre mesi di lavoro, spero di non avervi annoiato con tutti questi dettagli, ma volevo condividere con voi le mie fatiche.
Prima di salutarvi vi ricordo che il primo maggio invierò la newsletter mensile in cui vi parlerò di una gran bella novità, almeno spero!!!
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Ci sentiamo mercoledì
Anna Rita
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